Le sedie
Caterina Traina, ottobre 2024
Alla stazione c’è sempre gente che parte e che arriva. Sono sempre di corsa a rincorrere il treno con i bagagli e la fatica. Spesso non hanno il tempo di riposare e si fermano dove possono.
Nelle sale d’attesa, a volte, le persone sostano in attesa del treno e spesso diventa snervante.
In una di queste salette ci siamo noi, sedie di legno con un tavolo. La saletta è appartata e si affaccia su una balconata assolata.
Ora non c’è nessuno, ma poco fa è andato via un signore anziano con i baffi e una barba in stile Dalì, vestito in modo eccentrico, ma molto elegante; portava una valigetta tipica dei pittori. Si era messo seduto sulla sedia a sinistra. Aveva preso le parole crociate del giornaletto e con calma e pazienza le stava risolvendo. Ogni tanto si fumava una sigaretta; infatti, il portacenere era pieno. Da anni aveva cercato di smettere, ma non ci riusciva. Ogni volta che provava, la tentazione era tanta. I medici erano stati categorici e severi: doveva abolire le sigarette, i suoi polmoni ne avrebbero risentito. Infatti, quel giorno era andato a fare una visita medica da uno specialista e la diagnosi non era buona, anzi era terribile: tumore ai polmoni. Stava così fumando la sua ultima sigaretta, assaporando fino all’ultimo mozzicone. Per quanto la notizia lo sconvolgesse, si sentiva tranquillo e a breve avrebbe preso il treno. Forse tornava da sua moglie; non ho notato se portava la fede al dito, magari era vedovo o non sposato. Quando se ne andò, lasciò sul tavolo l’enigmistica con la penna; chissà, forse era una dimenticanza o semplicemente voleva buttarla via.
Che strane a volte le persone! Le sedie ogni giorno assistono inerme al via vai della gente alla stazione, come quella volta che assistettero alla nascita di un bambino perché la madre rimasta incinta partorì tutta sola in stazione con la paura e la gioia del parto.
Le sedie immobili soffrono o gioiscono quasi inconsapevoli delle persone che si siedono e riposano alla stazione; sono testimoni di storie, di avvenimenti belli o brutti e custodiscono tutto come gioielli preziosi.
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