Argento vivo

Amedeo Rollo, aprile 2025

Avevano prenotato, in gran segreto, una stanza al vecchio hotel alla periferia della città.
L’aria era carica di elettricità per l’attesa struggente: ogni sguardo era un tocco, ogni sospiro un sussurro di desiderio represso da lungo tempo. Le mani si sfioravano, indugiando un istante di troppo, e la pelle fremeva al contatto.
Il cuore di entrambi batteva come un tamburo impazzito nel petto, mentre il respiro si faceva corto e irregolare. Gli occhi si cercavano e ogni parola pronunciata era carica di emozioni.
Il tempo sembrava rallentare, tornare indietro, ogni istante era dilatato e pieno di ricordi. Il mondo esterno svaniva, lasciando spazio solo alla presenza dell’altro, una forza misteriosa li attirava e respingeva allo stesso tempo.
Un bisogno primordiale correva sotto la loro pelle ma c’era anche una dolce esitazione, una paura delicata che tratteneva, un desiderio di assaporare ogni istante di quell’attesa carica di promesse.
Le loro labbra si incontrarono, un tocco leggero. Il primo bacio fu un assaggio delicato che esplorava i confini del desiderio, un invito silenzioso a osare di più.
Poi, l’esitazione svanì, sostituita da un’urgenza crescente. Le labbra si unirono con più decisione, la lingua che cercava l’altra in una danza sensuale. Il sapore dell’altro riempì la bocca, un miscuglio eccitante di dolce e salato…
Le mani si aggrapparono al corpo dell’altro, cercando un appiglio, poi le dita si intrecciarono, la pelle bruciava al contatto. Il respiro sempre più affannoso…
La testa di lei si inclinò, cercando l’angolazione perfetta, un incastro preciso che intensificava il piacere. Le labbra si mordevano, si succhiavano…. Il mondo esterno svanì, lasciando spazio solo al sapore, al calore, al desiderio…
I corpi si avvicinarono, cercando un contatto più completo, un’unione che andasse oltre le labbra: il bacio era solo l’inizio di un contatto più profondo.
I vestiti caddero sul pavimento, rivelando la nudità dei corpi, una scena di curve e ombre. La luce fioca della stanza disegnava contorni sensuali, esaltando la bellezza dell’altro. Gli occhi languidi ma attenti scrutavano ogni dettaglio, ogni sfumatura, ogni segno sulla pelle.
Le mani scivolarono lentamente, esplorando curve e angoli dimenticati, sentieri da troppo tempo abbandonati. Ogni tocco era un fremito che si propagava in tutto il corpo.
I loro profumi riempivano i polmoni, una fragranza inebriante che mescolava note di muschio e spezie, un aroma che accendeva i sensi e stordiva la mente. La pelle di lei era liscia e calda, un velluto prezioso.
Finalmente si unirono: un incastro perfetto, un’armonia di carne e sentimento. Il calore li avvolse. Il respiro sempre più affannoso, e gemiti soffocati si perdevano nel silenzio della camera.
Un ritmo primordiale guidava i movimenti, un’onda che cresceva e minacciava di travolgere tutto.
Il culmine dell’estasi li avvolse, un’esplosione di sensazioni che li lasciò senza fiato.
Ma, nel momento in cui il mondo sembrava fermarsi, un suono improvviso ruppe il silenzio: uno squillo insistente li riportò bruscamente alla realtà.
Il cellulare di lei squillava, interrompendo l’incantesimo. Un’occhiata allo schermo rivelò un nome familiare: “Marta”.
Un sorriso imbarazzato apparve sul volto della donna, mentre il calore dell’intimità lasciava spazio a un senso di colpa tanto improvviso quanto ingiustificato.
Devo rispondere“, sussurrò, con un tono che oscillava tra l’imbarazzo e il divertimento. L’altro annuì, un po’ disorientato, mentre il suono della voce conosciuta riempiva la stanza: “Mamma, papà, dove siete? Siamo tutti qui, vi stiamo aspettando. Senza di voi la festa per le nozze d’argento non può iniziare!

Immagine di freepik</a>

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