Burraco criminale

Luca Vitali, aprile 2025

   Il ragioniere in pensione Borletti uscì a tarda sera dal Zenigata American Bar – Ristorante – Pizzeria tutto soddisfatto. Ne aveva ben donde: aveva vinto per la terza volta in un mese il torneo di burraco a coppie organizzato dal locale Circolo Dopolavoro Ferrovieri, mortificando le altre 18 coppie che avevano sperato di interrompere il suo strapotere.
   In quel momento Borletti era concentrato a complimentarsi con se stesso per la perfetta visione del gioco che aveva esibito, per le scelte oculate fatte via via e per l’enorme aiuto che aveva dato al suo mediocre compagno di gioco.
Rifletteva su quale poteva essere per lui il passo successivo nel burraco.
Diventare un giocatore professionista?
Scrivere un libro di strategie rivolto ai principianti?
Organizzare, profumatamente pagato, corsi di apprendimento on line?
  Era immerso nelle occasioni che il suo futuro radioso gli prospettava, quando il presente lo colpì improvviso, sotto forma di una botta violentissima sulla schiena che lo fece cadere a terra bocconi, gli occhiali volati via chissà dove e la coppa della vittoria in ottone, completa di orifizio in acciaio inox 18/8, distrutta sotto il suo peso.
   Era incapace di capire cosa gli stava succedendo e i danni fisici che aveva riportato, sentiva una mano energica che lo bloccava a terra, impedendogli i movimenti, e il proprietario di quella mano che si stava inginocchiando accanto a lui.
   Poi qualcuno parlò. La voce era distorta, come se qualcosa davanti alla bocca volesse mascherarla, il tono minaccioso e controllato, con una rabbia trattenuta ma palpabile:

Ti credi un padreterno, eh, Borletti, un grande campione di burraco, eh. Lo sai, stasera hai preso più pinelle tu di tutti gli altri, e nelle ultime due partite ne hai prese sette su otto? E vogliamo parlare dei jolly, pezzo di merda? Sempre al tuo servizio per tutto il torneo, sissignore, e sempre nei momenti importanti. È stato così in tutti i tornei che hai vinto, jolly e pinelle a volontà per il grande giocatore Borletti. Ma lo sai che c’è adesso? C’è che hai rotto il cazzo, Borletti.

   La voce si interruppe e nello stesso momento un dolore, atroce e inatteso, colpì il polpaccio destro del ragioniere in pensione che emise un urlo strozzato, la faccia sempre schiacciata a terra dalla mano impietosa. Il Borletti si fece forza, con le lacrime che continuavano a scendere.

Ma io ti conosco, tu… tu sei l’avvocato Macaluso, ti metti lo stesso dopobarba di mio fratello… ma mi vuoi ammazzare solo perché ho vinto a burraco? Mi sembra un po’ esagerato…

   La mano mollò per un attimo la presa, la voce si spense di colpo e gli sembrò che l’assalitore trattenesse il fiato. Qualche secondo e il silenzio si ruppe di nuovo, ma questa volta c’era meno forza nella voce.

Ma che cazzo dici, Borletti, chi lo conosce ‘sto Macaluso! Macaluso non c’entra niente! È la mafia russa quella che ti vuole fuori dal torneo. Stasera è stata l’ultima volta che hai giocato qui, e questo è un piccolo assaggio di quello che ti capiterà la prossima volta. Non puoi prendere per il culo la mafia russa e pensare di farla franca, Borletti, hai capito?

   E il sedicente mafioso russo si allontanò veloce nel buio, lasciando a terra il ragioniere in pensione Borletti, tutto dolorante, e la coppa della vittoria in ottone, completamente distrutta.

Immagine di chatGTP

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